Le fette biscottate sono un bene o un male? È una delle domande più cercate online riguardo a questo alimento che divide l’opinione pubblica, pur essendo in realtà piuttosto semplice nella sua composizione. Nonostante ciò, i consumatori sono spesso in disaccordo, anche su come utilizzarle al meglio.
Un consumo appropriato di fette biscottate le rende comunque non “negative” per il corpo; alcune varietà sono persino più consigliabili o meno “dannose”, anche se consumate quotidianamente. È fondamentale avere una conoscenza, anche di base, di cosa siano le fette biscottate.
Anche se possono sembrare identiche, le fette biscottate presentano differenze sostanziali e variano notevolmente tra le marche. Inoltre, diverse diciture possono essere fuorvianti e indurre il consumatore ad acquistare un prodotto ritenendolo di alta qualità quando non lo è.
Cosa sono?
Come vengono prodotte le fette biscottate? Sono il risultato di una lavorazione a partire dai cereali, in genere grano duro per le varietà più comuni. In Italia, sono state a lungo conosciute anche come biscotto della salute, ed erano un alimento molto diffuso nella metà del XX secolo.
Forse proprio per questa denominazione, sono ancora percepite come una variante più salutare del pane, spesso consumate in sua sostituzione. In realtà, come sottolineato da molti nutrizionisti, il loro contenuto calorico è paradossalmente più elevato, a parità di peso, rispetto al pane.
Sono composte da un impasto che, come altri alimenti a base di farina, subisce una cottura più prolungata rispetto a molti altri, il che può comportare un cambiamento strutturale rispetto al pane. Molte fette biscottate appaiono semplici e digeribili, ma il loro processo di lavorazione è in realtà più complesso.
Contenuto
Il contenuto delle fette biscottate è costituito principalmente da carboidrati, con discrete quantità di sali minerali come zinco, ferro e magnesio, e grassi, prevalentemente insaturi, il cui quantitativo aumenta a causa della doppia cottura, che conferisce la tipica consistenza croccante e fragrante.
Da qui il termine biscottato, ovvero cotto due volte. Esistono diverse varianti, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un prodotto più digeribile, con elementi che non lo rendono, quasi mai, un valido sostituto del pane, semplicemente perché il loro scopo è diverso.
La fetta biscottata può essere un’alternativa al pane, ma non quotidianamente, a meno che non si presti attenzione a quale si acquista: molte contengono quantità eccessive di grassi, ma soprattutto zuccheri o altri edulcoranti che aumentano il livello glicemico di questi prodotti, già elevato a causa della cottura prolungata.
Quali acquistare?
Il mercato offre diverse tipologie di fette biscottate più adatte alla salute del cuore, l’organo più a rischio a causa del consumo costante di questo alimento. La presenza di grassi, ma anche di sale (anche sotto forma di sodio), è un problema per qualsiasi dieta, e anche se non sembrano salate, il sale è quasi sempre presente.
Per questo motivo, scegliere varianti con poco o senza sale è una buona idea. In generale, è consigliabile optare per fette biscottate integrali, leggermente più ricche di fibre e quindi con un potere digestivo leggermente superiore. Tuttavia, non sono adatte ad un consumo troppo frequente.
Essendo molto “secche”, ovvero con un contenuto di acqua molto basso rispetto al pane, richiedono una quantità maggiore di prodotto per saziare. Sostituire il pane con le fette biscottate è quindi problematico, dato che sono mediamente caloriche il doppio rispetto al pane. Come detto, esistono diverse opzioni integrali e meno raffinate, con un impatto minore.
Fanno male?
Nessun singolo alimento può determinare in modo significativo un processo di salute positivo o negativo: nemmeno le fette biscottate, anche se consumate quotidianamente. Se non si ha la volontà di scegliere un prodotto con le caratteristiche evidenziate, è sufficiente limitarsi a 1-2 fette al giorno.
In alternativa, si possono abbinare ad alimenti con una composizione diversa, come verdure, frutta o latticini magri, che compensano il contenuto delle fette biscottate. Queste non fanno “male” o “bene” in senso assoluto, ma come ogni alimento, vanno consumate con una certa responsabilità.